Il Comune di Isasca sorge a 3 Km dall'asse viario principale della Valle Varaita, lungo la carrozzabile che, attraverso un facile calico, scende nella vicina Valle Bronda. Il suo territorio è il più piccolo dell'intera vallata. Sviluppato su una fascia altimetrica compresa tra i 660 ed i 1387 m, a causa di una massiccia diffusione del bosco, esso dispone di limitati spazi abitativi.

Nel capoluogo si concentrano i servizi, mentre le numerose borgate, oggi in parte spopolate, conservano singolari connotati architettonici ed urbanistici: in particlare, le case "lunghe" che struttano al massimo l'esposizione solare con aperture e ampi balconi. Trale le più significative: Poncino (Puncin), su una solatia balconata che sovrasta il capoluogo; Castello, tra i castagneti del crinale che declina verso Brossasco e i numerosi piccoli insediamenti che si sgranano sul versante sinistro orografico del Rio Rocca Bellina, dove i campi terrazzati testimoniano un passato di intensa colonizzazione agricola.

Il capoluogo ruota attorno alla trecentesca Chiesa Parrocchiale di San Massimo, oggetto negli ultimi decenni di restauri che ne hanno restituito l'originale sobrietà. Testimonianza di un accentuato senso di appartenenza comunitaria, il restauro è stato svolto interamente da maestranze locali, che hanno sfruttato il marmo bianco estratto dalle cave, ormai dismesse, ubicate ai confini con Brossasco: materiale già utilizzato nel caratteristico portale che abbelisce la faciata. All'interno dell'edificio si trova un interessante ciclo di affreschi, datati 1545, raffiguranti l'Annunciazione e gli Evangelisti, ciascuno con l'incipit del proprio Vangelo.

All'ingresso del paese, una vasta piazza ospita tutti gli avvenimenti pubblci e si riempie di gente soprattutto durante la festa patronale di San Chiaffredo, nella prima settimana di settembre. L'economia di Isasca, in un paese con forte incidenza forestale, si fonda in gran parte sullo sfruttamento delle risorse del bosco, con ampia produzione di legna da ardere, funghi e castagne, a cui si aggiunge il ricordo di numerose carbonaie, ormai inattive.

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